Le incisioni rupestri della località
Giass-Very
- Introduzione -
Chiunque voglia intraprendere
la ricerca e lo studio delle incisioni rupestri sa, gia’ in partenza, di andare
incontro ad un alto livello di aleatorieta’.
Cio’ vale
soprattutto se il campo di indagine è quello dell’arco alpino occidentale, che
presenta, in genere, incisioni di difficile analisi, costituito per lo piu’ da
coppelle, canalette, vasche e pochi altri elementi, ben diversi, comunque, da
quelle ben consistenti, presenti nella valle
Camonica e sulle Alpi marittime.
In questo
quadro così caratterizzato, il lavoro fin quì svolto dai ricercatori ha avuto
lo scopo proprio di censire i massi incisi. Tale censimento, ben lontano
dall’essere esaustivo, ha prodotto, per un verso, repertori vari indirizzati
all’individuazione di categoria e, in secondo luogo, alla definizione di
ipotesi relative alle funzioni delle
incisioni.
Il numero
di queste ipotesi è estremamente alto e potrebbe essere facilmente allargato.
Per quanto
affascinanti possano apparire, queste spiegazioni presentano il grave limite di
non poter essere verificate e quindi risultano assolutamente inutili sul piano
scientifico.
Ciò che in
questa sede si propone è di accantonare, almeno momentaneamente, la pretesa di
trovare una qualche spiegazione significativa in ordine alla funzione di
coppelle e canalette, per incentrare l’attenzione sulle questioni suggerite
dalla stessa realtà oggettiva: meno fantasia, quindi, e migliore organizzazione
e analisi dei dati.
Sul piano
metodologico ciò si traduce nell’assunzione di un approccio diverso che si
impone di evitare analisi di reperti isolati, in quanto il singolo dato
trasmette un numero troppo esiguo di informazioni: sono le differenze ad
incrementare considerevolmente tale numero e le differenze nascono dai confronti.
E’ quindi
importante partire dall’analisi delle concentrazioni di incisioni al fine di
riconoscere possibili categorie chiaramente e ben più finemente individuabili
rispetto a quanto è avvenuto sinora. Le concentrazioni possono essere definite
da un nucleo unico o da diversi nuclei dispersi su un territorio più o meno
ampio geograficamente ben definito.
L’attività
di categorizzazione non può essere disgiunta da quella che rileva la presenza o
l’assenza di associazioni stabili di incisioni appartenenti a categorie
diverse.
Queste due
attività di categorizzazione e di ricerca di associazioni, compartecipano
alla definizione delle peculiarità
proprie del sito, o dei siti, nel cui ambito la concentrazione si presenta.
In altri
termini, e’ indispensabile dare al contesto, geografico e culturale, tutta
l’importanza che hà. In ultima istanza i
confronti possono allargarsi ad orizzonti via via sempre più vasti.
L’indagine di cui si occupa il presente
scritto è relativa ad una concentrazione di incisioni di cui già si era a
conoscenza almeno in una sua parte da alcuni anni, ma che evidentemente non e’
stata riconosciuta in tutta la sua importanza. Si tratta dei massi incisi
localizzati al “Giass Very”, in territorio
appartenente al comune di Trausella, nella Valle del torrente Chiusella a mezza costa della cima Palit, nei pressi delle piste da sci .
L’agglomerato di baite della
località Giass Very, compare in una mappa
del 1901 gentilmente messaci a
disposizione dagli Amministratori del comune di Trausella. Tale
documento riproduce una situazione che poco si discosta da quella attualmente riscontrabile, che è
quella definita dalla presenza di due o
tre edifici in una certa misura agibili e di numerosi altri crollati.
L’elaborazione al computer di tale mappa ci
ha consentito di renderla
sufficientemente interpretabile: fotocopia di un originale mal
conservato, essa presentava, infatti, difficoltosi problemi di leggibilità.
Abbiamo adottato tale strumento al fine di
localizzare tutte le rocce incise,(tab. 2); per individuarle, ci siamo
avvalsi dei numeri secondo i quali compaiono nell’elenco descrittivo che
facciamo seguire:
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Localita’ Giass Very
Il toponimo di questa frazione di Trausella
compare in un documento del 1571 sotto la dizione “Giacio Very”, in altro del 1718 come “Giaccio
Vecchio” e in un terzo del 1836 come “Giass o Vecchio”. Si poteva pensare che esso si contrapponesse
ad un possibile “Giasso Nuovo”, ma cosi’ non e’, e cio’ porta a
rendere molto plausibile l’etimologia che allude ad un “ Giass del Vecchio”, dove
Vecchio sta per il vecchio gallo forcello.
La presenza del
gallo forcello in zona ha dato nome ad un sentiero che transitava dal “Giass Very” e ha giustificato
l’istituzione di un oasi e dell’Osservatorio
Faunistico posto a poche decine di metri dalle baite.
A
questo si puo’ pervenire transitando sulla strada di servizio degli impianti
sciistici del “Palit”, nome della cima che la parlata locale chiama “
Miunda” Su una superficie di un
quarto di ettaro, tra le baite, o poco piu’ in la’, e la fine del breve piano
che interrompe un pendio piuttosto ripido, sono adagiati o emergono dal piano
di calpestio 21 massi incisi; la quasi totalita’ delle incisioni consiste in
croci greche coppellate agli estremi dei bracci, talvolta anche al centro e
molto spesso potenziati da altre coppelle geometricamente disposte. Tale potenziamento si esprime con diverse modalita’.
Tra le incisioni compaiono anche croci realizzate con tecniche che si
discostano dalle esecuzioni che possiamo considerare normali: quelle che almeno
dall’aspetto possono sembrare piu’ arcaiche, definite da quattro coppelle
ravvicinate e raccordate con curve in modo tale che i segmenti che le
dovrebbero unire risultano inesistenti e quelle definite solamente dalle
quattro coppelle( o cinque, se e’ presente anche quella centrale ) in assenza
di segmenti canalati.
Il repertorio
espressivo risulta quindi molto vario ed e’ stato sintetizzato nella fig. 1 nella quale sono state schematizzate le diverse soluzioni:
a - coppelle ravvicinate, appena sbozzate e raccordate
con
curve e canalette inesistenti.
b - quattro coppelle poste ai vertici di un quadrato
non
unite da canalette.
c - quattro coppelle poste ai vertici di un quadrato
accom-
pagnate da una coppella centrale non
unite da canalet-
te.
d - croce greca coppellata agli estremi dei
bracci.
e - croce greca coppellata agli estremi dei
bracci ed al
centro.
f - croce greca coppellata agli estremi dei
bracci potenzia-
ta da
un’unica coppella in posizione periferica.
g - croce greca coppellata agli estremi dei
bracci potenzia-
ta
con quattro coppelle poste nei quattro quadranti
(
talvolta la croce in questa soluzione non appare poten-
ziata agli estremi).
h - croce greca coppellata agli estremi dei
bracci potenzia-
ta
con quattro coppelle collocate a breve distanza
dagli estremi.
i - incisione canalizzata che rammenta una
t potenziata
con
tre coppelle ai bordi dei bracci.
l -
incisione
canalizzata che richiama
la croce di lorena.
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GSV 1 – masso
adagiato sul piano con incisione del
tipo ‘i’ potenziata da tre coppelle (foto n.° 1).
GSV 2 – masso adagiato sul piano con incisioni di
‘pichera’, coppella triangolare
potenziata con
piccola coppella , croce
del tipo ‘e‘, coppella
profonda e piccola coppella isolata
(foto n.° 2)
GSV 3 – masso
emergente con coppella profonda.
GSV 4 – masso
adagiato con incisione del tipo ‘ g’
(foto n.° 3)
GSV 5 – masso adagiato con coppella.
GSV 6 – masso emergente con incisione del tipo ‘h’
(foto n.° 4)
GSV 7 – masso
emergente con incisione del tipo ‘c’
(foto n.° 5
)
GSV 8 – masso adagiato con incisione del
tipo ‘f’ e con una
coppia di coppelle in posizione periferica (foto n.° 6
)
GSV 9 – lastra adagiata con una croce di tipo ‘h’, una
croce di tipo ‘h’ potenziata da una coppia di
coppelle posta in
posizione periferica, una
croce di tipo ‘e’, una
croce di tipo ‘d’, una
coppella sub-triangolare
analoga a quella su
gsv2 (foto n.° 7
)
GSV 10 – masso emergente con due incisioni del tipo ‘g’,
due brevi canalette ad
arco coppellate alle
estremità e potenziate
con due coppelle a
breve distanza dagli
estremi, una coppella a
se stante (foto n.°
8 )
GSV 11 – masso adagiato con incisione del tipo ‘a’ ed
una coppia di piccole coppelle a se stante
una coppia di piccole coppelle a se stante
(foto n.° 9
)
GSV 12 – masso emergente con incisione del tipo ‘g.’
GSV 13 – masso
emergente con incisione di croce
latina, unica tra le
altre.
GSV 14 – masso
adagiato con incisione del tipo ‘l’
potenziata con una
coppella posta in
posizione periferica (foto
n.° 10 )
GSV 15 – masso
emergente con incisione del tipo ‘e’.
GSV 16 - masso adagiato con incisione del tipo ‘e’
potenziata da un’unica coppella.
GSV 17 – masso
adagiato con un’incisione del tipo ‘e’,
una del tipo ‘c’ e due
coppelline a se stanti
(foto n.° 11
)
GSV 18 – masso adagiato con coppella di
notevoli
dimensioni.
GSV 19
- grande masso emergente con incisione del
tipo ‘d’ e altra del tipo
‘b’ (foto n.° 12 )
GSV 20
– masso adagiato con incisione del tipo ‘g’.
GSV 21
– masso adagiato con profonda vaschetta.
GSV 22 – masso adagiato con incisione del tipo ‘i’
potenziata con due coppelle (foto n.° 13
)
GSV 23
– masso adagiato con incisione del tipo ‘c’.
GSV 24
– masso adagiato con incisione canalizzata
(foto n.° 14
)
GSV 25
– masso adagiato con incisione di notevole
lunghezza: la sua collocazione non compare
sulla mappa in quanto è
l’unica che si
discosta di alcune decine
di metri dalle baite,
uscendo così dalla
porzione di mappa
adottata (foto n.° 18 )
Dall’elenco descrittivo emerge chiaramente che le croci greche
coppellate agli estremi e diversamente potenziate costituiscono la grande
maggioranza delle incisioni del Giass Very. Tale constatazione ci ha spinti ad
indagare il contesto territoriale al fine di verificare se e quanto la concentrazione del Giass Very
si disperdesse secondo le stesse caratteristiche in altri siti del medesimo
versante o se si potesse individuare altrove una qualche associazione
significativa con incisioni di altro tipo.
Il primo sito indagato in questa seconda
fase d’indagine non è individuato da un toponimo: si tratta dei ruderi di una
baita crollata di cui non resta che il basamento. La sua collocazione è sulla
direttrice delle baite del Giass Very ad un’altitudine di 250 m . piu’ elevata. A pochi
metri dai ruderi, verso sud-ovest, giacciono due massi poco discosti l’uno
dall’altro e separati da un dislivello di circa due metri. L’assenza di un
toponimo di riferimento ci ha spinti ad includerli nell’elenco descrittivo
relativo al Giass Very:
GSV26 - masso adagiato su cui è incisa
una grande e
profonda coppella il cui
diametro si aggira
sui 15 cm . per una
profondità di circa 10-12 cm .
(foto n.° 16)
GSV27 – masso adagiato su cui è incisa una grande
coppella poco profonda il
cui diametro si
aggira sui 15 cm . per una profondità di 1,5 cm .
questa incisione sembra
essere molto antica.
(foto n° 17)
Poco piu’ sotto di questo sito il ripido pendìo è tagliato dal sentiero
che porta all’alpe del Gui, posta a quota 1806 m . , appena al di là
del rio pera (da non confondersi con il rio Piera che, scendendo dal gran munt
scorre nel valloncello situato a
sud-est rispetto al Giass Very).
È proprio in questa frazione che la ricerca è approdata ai suoi
risultati piu’ interessanti.
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